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novembre 2017

150 150 ASD Centro Studi Arti Marziali

Foto del Torneo Nazionale 2017

Alcuni scatti dalla gara di sabato 11 novembre.

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Torneo Nazionale International Budokai Italia

Sabato 11 novembre si è disputato a Pordenone, presso il Polisportivo Gino Rossi, l’annuale edizione del torneo di karate Kyokushinkai del gruppo Shinbudokai, affiliato alla International Budokai.
Circa cinquanta gli atleti in gara , che hanno dato vita a una ottima gara e a incontri accaniti, nonostante qualche assenza “importante” dovuta a infortuni.
Per i bambini è stata utilizzata una formula nuova che ha premiato chi ha realizzato più azioni valide durante il round, sia offensive che difensive, così da permettere loro di completare i due minuti di incontro accumulando maggiore esperienza.
Per gli adulti è stato deciso di utilizzare il caschetto a protezione del capo e dare la possibilità di colpire la testa oltre che il corpo e le gambe, proiettare l’avversario e lottare al suolo.
Sensei Andrea Stoppa ha detto infatti che “la competizione è un modo per migliorare la pratica del Budo, non il suo fine, pertanto è bene rinnovare ogni tanto le regole delle gare per rinfrescare le capacità e la tecnica dei partecipanti”.
Appuntamento al prossimo anno,
OSU!

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Qual è l’arte marziale migliore?

una riflessione dopo trenta anni di pratica
di Andrea Stoppa

Spesso mi viene chiesto quale sia l’arte marziale migliore o quale sia la mia preferita, dal momento che in trenta anni di pratica ho avuto modo di studiare diversi stili di lotta.
Sicuramente non esiste uno stile migliore di altri, la scelta dipende dalle attitudini e dal carattere del praticante, ma esistono arti marziali più o meno realistiche.
Ad esempio: se praticate un qualunque stile di combattimento passando tutto il tempo della lezione a colpire l’aria, a ripetere forme che per voi non hanno senso, senza mai studiare una caduta o una tecnica di lotta corpo a corpo, questo stile è sicuramente meno realistico del Karate Kyokushinkai della nostra scuola, nel quale, oltre alle tecniche di base, studiamo l’applicazione dei kata, il combattimento libero, rinforziamo il corpo (e la mente) con esercizi specifici, utilizziamo i colpitori e i sacchi per sviluppare la potenza dei colpi e studiamo la lotta corpo a corpo e al suolo.
Oppure se la vostra discipline si basa solo su infinite sequenze prestabilite di attacco e difesa (le famose mosse: “tu mi attacchi questo punto del mio corpo e in questo modo, e io ti rispondo così) e non praticate mai nessuna forma di combattimento in palestra che prevede il confronto con un avversario NON collaborativo, il vostro stile sarà sicuramente meno realistico del Jiujitsu Brasiliano che pratico da anni e insegno nei mie corsi.
In questo breve articolo ho sempre parlato di realismo, dal momento che nel dojo o durante una competizione sportiva si possono simulare condizioni più o meno realistiche riguardanti la difesa personale o lo scontro contro una altra persona ( e chi si iscrive a un corso di queste discipline cerca innanzitutto un valido sistema di difesa personale) ma MAI reali.
Infatti qualunque situazione reale di minaccia o aggressione si verifica sempre in luoghi, tempi e modi NON prestabiliti, e solo un allenamento realistico, graduale e regolare vi potrà essere di aiuto.
Questo mio pensiero nasce dalla mia esperienza personale, avendo lavorato nel campo della sicurezza privata e avendo pure dovuto pure difendermi da una aggressione in strada, quando ero più giovane e con molta meno esperienza.
Diffidate pertanto di qualunque insegnante che vi metta in mano un coltello o una pistola di plastica e pretenda di insegnarvi in una ora di lezione come difendervi da attacchi portati con queste armi e , se possibile, praticate seriamente, sinceramente e serenamente le arti marziali, non ve ne pentirete.